Permalink: http://hdl.handle.net/1866/12151
Peindre Rome à la Renaissance (XVe-XVIIe siècles): des loggias à l’antique aux nouveaux systèmes géopolitiques
Dipingere Roma nel Rinascimento (XV-XVII secolo): dalle logge all'antica ai suoi sistemi geopolitici
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Piante di Roma : dal rinascimento ai catasti ; pp. 134-157.Publisher(s)
ArtemideAuthor(s)
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Lo studio su queste vedute e piante affrescate analizza, oltre ad opere note, numerose opere inedite o poco studiate, come quelle dei palazzi Petrignani ad Amelia, Doria Spinola a Genova, Colonna a Roma. Vengono affrontate in parallelo due questioni essenziali per lo sviluppo dell'immagine urbana tra fine '400 e fine '600. Innanzitutto, la tradizione della decorazione di logge, risalente all'antichità, che conosce nuovo interesse nel '400: le fonti antiche, artistiche (Plinio e Vitruvio) e geo-corografiche (Tolomeo) a cui si ispirarono i pittori, possono aiutare la lettura di queste vedute urbane, caratterizzate da imprecisione topografica et carattere paesaggistico. In secondo luogo, il contesto spaziale e politico-culturale delle vedute dipinte le distingue nettamente dalla produzione grafica, anche se, a partire dalla seconda metà del '500, furono pressoché tutte ispirate a modelli incisi. Se i significati variano da un ciclo all'altro, l'immagine di Roma s'inscrive in un più ampio discorso legato alle grandi questioni geopolitiche, e soprattutto la lotta delle nazioni cattoliche contro i nemici della Chiesa (turchi e protestanti) e la promozione di un nuovo ordine cattolico mondiale in cui la Roma dei papi si pone come legitima capitale. Lo sviluppo dell'immagine urbana appare così il riflesso di un movimento culturale che vede l'affermazione, secondo Botero o Possevino, di un potere politico-religioso sempre più attento al controllo del territorio e alla sua rappresentazione geografica.